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Cappella di San Giorgio (prima metà dell’Ottocento)

Cappella-San-GiorgioCappella voluta dal barone Giorgio Andrea Desgeneys, capo della piccola flotta sarda di stanza alla Maddalena fino al 1814. Desgeneys fu un grande protettore dell’isola e della sua chiesa alla quale donò molto.

Nel fregio si riconoscono le insegne gentilizie della sua casata: un agnello immolato, mutuato dalla tradizione biblica, sormontato da una mezzaluna fra due stelle; lo scudo è circondato da bandiere, cannoni e ancore, simboli che richiamano il supremo comando della flotta militare affidato al Barone.

Il quadro raffigura San Giorgio che uccide il drago e salva la principessa: iconografia molto nota a Genova, bene evidente sulla facciata della casa del Mare (foto). Nel 1832 un attentatore rimasto sconosciuto con un coltello danneggiò profondamente il quadro che fu sostituito sempre a cura di Desgeneys.

altare-sangiorgioIl crocefisso in legno, posto sul tabernacolo, ospita nella parte bassa un angelo dorato; sotto vi è una riproduzione dell’immagine della Madonna dell’Uva, opera seicentesca di Pierre Mignard e, ai lati, due piccoli porta reliquie. Altri arredi, quali un calice, una patena, una pisside e una lampada d’argento, che facevano parte del corredo lasciato da Desgeneys, sono ora conservati al Museo Diocesano.

L’altare, danneggiato dall’umidità che aveva provocato delle lesioni e il distacco di alcune tarsie marmoree è stato sottoposto a restauro col recupero filologico dei materiali andati dispersi, grazie al professor Luciano Formica. Anche il quadro è stato restaurato nel 2009, con l’eliminazione della patina scura provocata dai fumi delle candele e dalla polvere, e riparato in alcuni punti in cui la tela si era rotta (laboratorio di restauro Anna Lucchini).

In questa cappella, il 23 aprile, si celebra una messa in suffragio dell’anima del Barone Desgeneys che aveva lasciato, nel suo testamento, una somma per la manutenzione dell’altare e per due messe cantate nei giorni dei suoi santi protettori, Giorgio (23 aprile) e Andrea (30 novembre).

Nella nicchia della parete sinistra è conservata la statua di Santa Barbara dello scultore GavinoTilocca , acquistata alla Prima mostra d’arte di Tempio Pausania, nel marzo del 1944, dall’ammiraglio Bruno Brivonesi col contributo di ufficiali di Marina. Il 10 aprile dello stesso anno la statua fu benedetta dal vescovo durante la commemorazione dell’affondamento dell’incrociatore Trieste, avvenuto il 10 aprile del 1943.

 
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