IL PRESBITERIO
La balaustrata che definisce il presbiterio, in marmo policromo, fu donata dal barone Desgeneys nel 1827: nella sua collocazione originaria si chiudeva, ai lati, con una leggera curvatura che arrivava alle due grandi colonne. Nel 1952 si eliminò la curvatura ricavando due amboni laterali.
Altare maggiore: di stile tardo barocco, con le caratteristiche sporgenze laterali ad ali di pipistrello, di tipo abbastanza comune in Corsica e in Sardegna, costruito a Genova con marmi policromi, in gran parte pagato da Desgeneys. Malgrado fosse pronto fin dal mese di marzo del 1831, arrivò alla Maddalena solo tre mesi più tardi, tempo impiegato per chiedere, attraverso la trafila burocratica che arrivò fino al Re, l’esenzione dai diritti di dogana per sbarcarlo all’isola.
Il tabernacolo originario, anch’esso in marmo, con la porticina dipinta all’esterno e decorata all’interno da una preziosa stoffa ricamata, è oggi conservato al Museo Diocesano. Nel 1959 è stato sostituito da un imponente tabernacolo in bronzo sormontatoda un tronetto per l’esposizione del Santissimo Sacramento; questi due manufatti, progettati su suggerimento di don Capula, sono stati realizzati da maestranze locali nell’Arsenale della Marina Militare: disegnati da Giuseppe Deligia, modellati in legno da Fosco Bruschi, fusi nella apposita officina fonditori, ripuliti e rifiniti nell’officina congegnatori.
Il grande crocifisso in legno, fatto a Genova, fu donato da Giuseppe Volpe il 27 giugno 1854 e fu posto sull’altare maggiore. Qualche anno dopo (1870) lo stesso Volpe donò il soglio, di velluto bianco nella parte inferiore, con una colomba dipinta al centro, e bordato di rosso, che fu collocato al di sopra del crocifisso. Questo soglio fu eliminato, perché logoro, solo nel 1952 all’atto dei lavori di ampliamento.
La statua lignea di Santa Maria Maddalena si trova nella nicchia absidale: era probabilmente già presente nella vecchia chiesa del Collo Piano oggi intestata alla Trinità. Di fattura ligure, forse savonese, ha come corredo il libro, il crocifisso e il cilicio a cordicelle in argento punzonato con il simbolo genovese di Torretta. Era abitualmente ornata con alcuni dei preziosi doni offerti dai fedeli, gran parte dei quali è oggi nel Museo Diocesano. L’edicoletta con la nicchia della Santa è probabilmente successiva alla costruzione della chiesa del 1814-19: lo fa pensare il decoro più elaborato rispetto alla severa impostazione della chiesa. Sulla parete destra il dipinto su tela rappresentante Santa Maria Maddalena. Si tratta di uno stendardo processionale di 170 x 107 cm., in pittura magra ad olio del pittore trevigiano Noè Bordignon, offerto dai macellai dell’Isola, che facevano capo a Pietro Berretta. Ritrovato casualmente in una scatola abbandonata e molto rovinato, fu completamente restaurato dalla ditta Tanchis di Oristano. Accanto al campanello di introduzione alla messa c’è una acquasantiera in maiolica invetriata, moderna, donata nel 2003 dalla moglie del presidente della Repubblica signora Franca Ciampi.
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